Come viene interpretata la relazione in psicologia? Qual’è il suo risvolto nella vita di tutti i gioni?
Durante la mia formazione ho avuto modo di approfondire e lavorare su alcuni concetti coi quali ho a che fare sia nell’attività clinica che nella vita di tutti i giorni e ho ritenuto interssante condividere le riflessioni che ho maturato su di essi. Uno dei concetti che mi ha dato tanto da pensare è quello di “relazione”: nonostante tutti sappiano cosa sia, stupirà anche sapere che non tutti interpretano il concetto di relazione nel medesimo modo o gli attribuiscono lo stesso valore. Come per ogni altro concetto, esperienza o situazione, ciascuno di noi sarà in grado di darle una personale definizione e un personale punto di vista.
In generale possiamo dire che la relazione esprime un legame tra due o più persone, ma anche un vincolo reciproco, e rappresenta un aspetto fondamentale della nostra vita, in quanto abbiamo sempre a che fare con le persone. Naturalmente, a seconda del tipo di persona con cui entreremo in contatto, si costituirà una relazione peculiare, con delle caratteristiche precise definite dal contesto, dalla natura del rapporto e dalla durata temporale di questo. Se lavoro in uno studio ad esempio, il rapporto con il mio capo sarà limitato allo scambio di informazioni lavorative, quello coi colleghi sarà caratterizzato da collaborazione reciproca; in una relazione di coppia ci sarà naturalmente una dimensione di intimità maggiore, di condivisione di pensieri, emozioni, accadimenti; a scuola la relazione col professione in sede d’esame sarà giudicante; in una consultazione psicologica essa si inscriverà in un contesto di ascolto e di cura.
Va anche aggiunto che ciascuna persona coinvolta nella relazione può attribuire ad essa un particolare significato: ad esempio, io posso definire la relazione con un collega “amicizia”, in quanto condivido con lui dubbi e perplessità; non è detto che anche il collega la definisca tale, anzi, magari la concepisce come un semplice rapporto di lavoro.
Allenandoci nella lettura dei rapporti interpersonali riusciremmo a carpirne le varie punteggiature e ci stupiremmo di quante sfumature possa assumere la medesima relazione di fronte ad occhi diversi.
Nel contesto psicologico è fondamentale che tra terapeuta e paziente si instauri una relazione positiva perché, senza questa, non sarebbe possibile accedere al cambiamento. L’obiettivo iniziale dello psicologo è quindi quello di costruire una buona “alleanza terapeutica”: deve costruire un ambiente in cui il paziente senta di potersi fidare e affidare, di poter essere ascoltato senza giudizio e percepisca il sostegno di cui ha bisogno per affrontare le sue difficoltà. Una volta costituito questo contesto si può procedere al raggiungimento dei vari bisogni-obiettivi.
É però necessario sottolineare che una relazione non è statica, cioè una volta costituita non rimane così com’è per sempre, ma è soggetta al cambiamento: le nuove esperienze, le emozioni e le rotture fanno sì che essa si complessifichi ed evolva. Se pensiamo alla relazione che abbiamo instaurato con una persona conosciuta dieci anni fa, ci renderemo conto di quanto sia cambiata: sembra banale, ma non lo è perché se ci rendiamo conto che essa è cambiata, siamo in grado di capire come noi stessi e gli altri siamo cambiati.
La relazione è il filo rosso conduttore che ci guida nel mondo e ci fa essere quel che siamo. Noi siamo le nostre relazioni.
“La chiave di un uomo si trova negli altri: è il contatto con il prossimo quello che ci illumina su noi stessi.”
Paul Claudel, Memorie improvvisate, 1954
La relazione é una delle componenti che fa stare assieme le persone… Ovviamente non tutti abbiamo la stessa percezione. Come dicevi tu
io creso che le persone dovrebbero lasciarsi andare e prendere il bello della vita tutti i giorni gioire ed essere felici della vita che hanno a disposizione
Per conto mio la relazione si esprime sulla reciprocità, dove la persona entra in un ambito di empatia con l’altro, sa mettersi o vedersi, nel proprio posto anche emotivamente, quindi parliamo di sensibilità, e quindi riesce a mettersi al posto dell’altro. Diversamente è solo un rapporto. Vedi ad esempio, semplicemente, un rapporto sessuale, dove non si va oltre.
Nel migliore o nel peggiore dei casi abbiamo un rapporto egotista, altrimenti gli altri non entrano neanche coscientemente nella sfera morale.